Secondo la mitologia greca Demetra era la dea madre della terra coltivata. Demetra ebbe da Giove una figlia che chiamò Persefone. Si narra che Persefone fosse cresciuta insieme alle altre ninfe figlie di Zeus e che non pensasse per nulla al matrimonio. Ma Ade si innamorò di lei e con l’aiuto di Zeus la rapì: la terra si aprì improvvisamente mentre Persefone coglieva un giglio in un campo e venne trascinata negli inferi.
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Demetra udì il richiamo d’aiuto della figlia e si mise disperatamente a cercarla. Per nove giorni e nove notti, senza mangiare né bere, la Dea vagò per il mondo intero alla ricerca della figlia. Solamente il decimo giorno il Sole, che tutto vede, le rivelò come la figlia fosse stata rapita. Inferocita la Dea decide di rinunciare al suo stato divino restando sulla terra fino a che la figlia non le fosse restituita. L’esilio volontario di Demetra rendeva la terra sterile e l’ordine del modo ne venne sconvolto. Zeus non trovò altra soluzione che ordinare ad Ade di riportare la figlia dalla madre. Ma questo si rivelò impossibile perché Persefone aveva mangiato un chicco di melograno dell’Ade, probabilmente con l’inganno, e ciò bastava per impedirle la fuga.
Fu necessario arrivare ad un compromesso: Persefone poteva rimanere per sei mesi con la madre, e altri sei con Ade. Demetra decise dunque di tornare sull’Olimpo solamente sei mesi l’anno accompagnata dalla figlia, nel periodo in cui essa poteva stare fuori dall’Ade. Così ogni primavera Persefone fugge dal soggiorno sotterraneo e sale al cielo con la madre, portando la primavera sulla terra. Sei mesi più tardi lascia la madre, ritorna fra le ombre dell’Ade e il suolo ridiventa sterile: è il ritorno della triste stagione dell’inverno.