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Ogni attività dell’uomo genera, inevitabilmente, una quantità calcolabile di emissioni di gas a effetto serra. La compensazione consiste nel neutralizzare gli effetti delle emissioni attraverso progetti volti a ridurre la stessa quantità di gas a effetto serra in un altro luogo. In questo modo, al termine del processo di compensazione, il bilancio globale delle emissioni risulta essere nullo. Questo è quanto prevede il Protocollo di Kyoto.
I gas serra e in più genere i gas climalteranti rappresentano oggi una vera minaccia per il nostro ecosistema, mettendo in serio pericolo il delicato equilibrio tra l’uomo, le sue attività e l’ambiente.
Negli ultimi vent’anni il livello di CO2, uno dei principali gas climalteranti, ha raggiunto il considerevole limite di 390 ppmv (in età preindustriale la sua concentrazione era pari 290 ppmv).
I cambiamenti climatici e le loro conseguenze rappresentano ormai una condizione con la quale confrontarci ogni giorno, individuando volta per volta le azioni che ci permettono di ridurre l’impatto sulla nostra organizzazione sociale, sulle città, sull’ambiente.
Dobbiamo cioè lavorare in due direzioni: da un lato agire sulle cause e dall’altro sulla ricerca di soluzioni che ne mitighino gli effetti.
Città sempre più calde, peggioramento della qualità dell’aria, sia sotto il profilo fisico che chimico, eccessiva concentrazione di traffico veicolare, riscaldamento , commistione tra luoghi della produzione e luoghi della “residenza”, diventano i peggiori nemici della qualità della vita.
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Il verde urbano può essere considerato un alleato per contrastare gli effetti del cambiamento climatico? Per fortuna sì. Gli alberi in particolare sono in grado di assorbire CO2 (nell’intero ciclo di vita ne possono assorbire più di 700 kg ), ridurre le micropolveri disperse e contrastare le cosiddette “isole di calore”, rendendo più vivibile le città.
I nostri tecnici agronomi sono in grado di supportare sia i progettisti nella ricerca di soluzioni che sappiano ottimizzare la componente verde migliorando il microclima delle aree industriali, sia gli Enti Pubblici nelle politiche di sviluppo delle attività produttive, per rendere migliore il microclima urbano.
Ma anche le aziende sono chiamate a far la loro parte. L’applicazione del protocollo di Kyoto e la direttiva CE 20-20-20 pone precisi obblighi nella diversificazione delle fonti energetiche e nella applicazione di scelte industriali , finalizzate alla riduzione della quantità di CO2 derivante dai cicli produttivi aziendali.
Anche per loro i nostri tecnici possono predisporre audit energetici il cui obiettivo è individuare le giuste azioni per una politica energetica aziendale sostenibile.