Comune di Agropoli Comune di Angri Comune di Castellabate Comune di Pontecagnano-Faiano Comune di Salerno Comune di Scafati
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Progetto di monitoraggio del Rynchophorus
Attività realizzata nell’ambito del progetto d’intervento territoriale
“emergenze fitosanitare conclamate da Rhynchophorus ferrugineus”
Cofinanziato dalla Regione Campania ai sensi della l.r. n°04/02
Dal 2007 Demetra partecipa al progetto di intervento territoriale “Emergenze fitosanitare conclamate da Rhynchophorus ferrugineus”, cofinanziato dalla Regione Campania ai sensi della L.R. n. 04/02. Il progetto ha per oggetto il Rynchophorus ferrugineus (Punteruolo rosso delle palme), un coleottero originario dell’Asia, micidiale parassita di molte specie di palme. Demetra partecipa al progetto attraverso lo sviluppo di sistemi informativi per il monitoraggio delle infestazioni e per la gestione degli interventi di contenimento.
Sempre relativamente alla lotta al Rhynchophorus ferrugineus, dal 2007 Demetra fa parte anche del gruppo di lavoro per la messa a punto di sistemi di lotta in collaborazione con l’Università di Palermo.
Le problematiche di gestione delle Palme, da qualche anno a questa parte, si sono complicate a causa anche di ospiti inaspettati che una volta introdotti sul nostro territorio hanno trovato un ambiente ideale e stanno determinando gravi danni al nostro patrimonio vegetale.
Sebbene la gravità dei fenomeno, sia ben conosciuta, il più delle volte, per mancanza di fondi o personale o addirittura per superficialità di valutazione, la situazione rischia di precipitare e di trasformarsi in una catastrofe ambientale di proporzioni non valutabili.

Rincoforo

Fig. 1. – R. ferrugineus, adulti: a sx femmina e a dx maschio

E’ il caso, infatti, del nuovo fitofago delle Palme, un grosso e famelico Coleottero Curculionide, il Rhynchophorus ferrugineus Oliv., originario dell’Asia, rinvenuto per la prima volta in Italia in Toscana nel 2004 e successivamente, quasi in contemporanea, in Sicilia e Campania nel 2005 (Longo et al., 2005), dove si sta diffondendo ad una velocità superiore ad ogni previsione provocando la morte di tutte le palme colpite. La frenetica e massiccia importazione di piante esotiche è causa notevole di danni alla flora del nostro territorio nonchè del pericolo di introduzione di nuove problematiche per quanto riguarda il rischio fitosanitario.
La specie originaria dell’Asia meridionale si è diffusa ampiamente nell’ultimo ventennio del secolo scorso. Infatti è stata segnalata nel 1985 nell’Arabia Saudita e negli Emirati Arabi, nel 1990 in Iran, nel 1992 in Egitto, nel 1994 è comparsa per la prima volta in Europa (Spagna). Nel 1999 la specie è stata rinvenuta nei territori d’Israele, Giordania e Palestina.
Nell’area di origine il Rhynchophorus ferrugineus infesta varie specie di palma: Cocos nucifera, Phoenix dactylifera, Elaeis guineensis, Borassus flabellifer, Roystonea regia, Arenga saccharifera, Corypha umbraculifera, e altre palme ornamentali.
L
‘adulto di R. ferrugineus presenta il corpo fondamentalmente di colore rosso ferruginoso (da qui il nome comune di Punteruolo rosso delle Palme), lungo, nella femmina, circa 35 mm, di cui 10 mm sono solo del “rostro” e largo circa 12 mm. Il maschio, più piccolo, di colore simile alla femmina, è lungo circa 30 mm e si distingue dalla femmina per la presenza, nella parte dorso-apicale del rostro, di una peluria bruna-ferruginea (Fig. 1)
L’insetto adulto, che si annida in ricoveri vari presenti lungo il tronco e nella area apicale o in gallerie scavate dagli stadi larvali, compie più cicli annuali.
La femmina di Rincoforo è in grado di deporre circa 300 uova che distribuisce alla base delle giovani foglie o sulle ferite delle stesse, dalle quali fuoriescono, dopo circa 2-5 giorni le larve (Fig.2) che si insinuano nei tessuti del picciolo, praticando gallerie di alimentazione, via via sempre più grosse e profonde. Queste possono interessare sia il picciolo che l’area del tronco sottostante ad esso e possono raggiungere dimensioni ragguardevoli di lunghezza e di diametro. Le larve di Rincoforo, fornite di poderose mandibole, sono apode, cirtosomatiche, di colore paglierino e raggiungono la
maturità in 1-3 mesi a seconda dell’andamento climatico.
Esse misurano circa 40 mm di lunghezza e 12-15 mm di diametro.
Una volta mature, s’impupano in una sorta di pupario (Fig. 3 e 4), ovale o sub-cilindrico, formato da filamenti fibrosi ricavati dalla struttura fogliare ed intrecciati ad arte, generalmente fuori dalle gallerie intorno all’apice vegetativo od anche sul terreno alla base del tronco.
Dopo circa 14-21 giorni fuoriescono gli adulti Rincoforo, che dopo la fase di accoppiamento, riprendono il ciclo. Una generazione quindi si compie in circa 3 mesi.
I danni sono causati dalle larve e sono visibili nelle foglie che mostrano inizialmente un ingiallimento e una sofferenza diffusa dovuta alle ampie erosioni ai piccioli (Fig. 5) che poi si piegano verso il basso mostrando l’apice vegetativo della pianta completamente eroso (Fig. 6).
Per il contenimento delle infestazioni di Rhynchophorus ferrugineus sono validi, così come riportato in letteratura, i soli metodi preventivi, quali: riduzioni delle potature verdi, uso di corteccia artificiale e utilizzazione di trappole a feromoni e kairomoni semisintetici. Per combattere l’infestazione sono stati utilizzati, con scarsi risultati, trattamenti con carbaryl, dendroiniezioni di pesticidi a base di imidacloprid o aspersioni al tronco di nematodi entomoparassiti.
Purtroppo al momento attuale, tutti i metodi di lotta possibili: chimici, biologici e agronomici sono ancora applicabili a livello sperimentale, tale è la velocità di propagazione dell’infestazione che al momento attuale possiamo solo cercare di individuare precocemente le piante colpite e a secondo del punto di infestazione e della gravità del danno, tentare di intervenire con qualche metodo di lotta sperimentale o distruggere immediatamente e totalmente tutto il materiale infestato per creare una sorta di cordone sanitario al fine di rallentare l’avanzata del parassita.
Rincoforo
Fig. 2. – R. ferrugineus, larve.
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Fig. 3. – R. ferrugineus, pupe

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Fig. 4. – R. ferrugineus, pupario

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Fig. 5. – Danni alla base del picciolo
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Fig. 6. – Aspetto della chioma danneggiata

Il progetto proposto parte dal principio che ogni metodo di lotta deve necessariamente essere sostenuto da una approfondita conoscenza della localizzazione dell’infestazione della sua diffusione e le possibilità che vengono offerte dal monitoraggio puntuale del territorio unite alle potenzialità dello strumento G.I.S sono determinanti per conoscere la reale portata del problema ed attivare una strategia di lotta generalizzata su tutto il patrimonio colpito, applicando gli strumenti di lotta in modo articolato, con la possibilità di valutarne gli effetti su larga scala.