Anni fa camminare per Central Park era pericoloso per il rischio di incappare in malviventi, borseggiatori o stupratori. Adesso il rischio è di rimanere feriti gravemente – o peggio di lasciarci la vita – a seguito di rami marci caduti da alberi. Potature incomplete e scarsa manutenzione dei parchi pubblici di New York stanno costando parecchi milioni di dollari all’amministrazione comunale, trovata negligente in cause legali intentate da cittadini che hanno subito gravi danni nei parchi pubblici.
Lo rivelano William Glaberson e Lisa Foderato, due giornalisti del New York Times che qualche giorno fa hanno pubblicato il primo di una serie di tre lunghi articoli sulla scarsa manutenzioni degli alberi pubblici. “Diventano mortali alberi marci, abbandonati a sè stessi”, titola il Times mettendo in allarmante prospettiva una realtà che i residenti di New York conoscevano solo a spizzichi e bocconi.
Aveva fatto orrore nel 2010 la notizia della morte di una neonata allo zoo di Central Park. Gianna Ricciutti era stata colpita da un ramo che si era spezzato mentre lei era nelle braccia della mamma, la trentatreenne Karla. Morta sul colpo a soli sei mesi.
Ancora più terribile il particolare che in quel momento il papà della piccola stava per scattare una foto della mamma con la bimba fra le braccia.
Un fatto terribile, reso ancora più terribile se si pensa a quanti altri casi simili sono avvenuti negli ultimi anni. Nel 2009 Sasha Blair Goldensohn ci aveva quasi lasciato la vita quando un pesante ramo gli era caduto in testa da circa dodici metri d’altezza. Si era spezzato da un olmo di Central Park che da anni era affetto da un fungo che lo aveva reso malato e pericolante. L’impatto aveva provocato danni cerebrali, paralisi e danni permanenti ai polmoni. Il giovane ingegnere impiegato da Google fece causa al Comune e quasi tre anni dopo il suo caso non si è ancora concluso. La città di New York è a rischio di dover sborsare a Blair-Goldensohn parecchi milioni di dollari anche per essersi resa responsabile di avere spezzato il brillante futuro a Google di questo giovane papà. La sua carriera è evaporata da un istante all’altro per negligenza di manutenzione.
Di casi ce ne sono tanti altri. Sohaib Qureshi, di diciasette anni, passò molti mesi in sedia a rotelle con danni cerebrali permanenti a seguito di un ramo caduco che a Riverside Park si spezzò da un olmo di 137 anni. Nel 2010 il quarantaseienne Elmaz Qyra fu ucciso da un ramo che si era staccato da un albero. La potatura era prevista nelle settimane successive. Anche nel suo caso il giudice non si è ancora pronunciato e si attende un verdetto.
E poi ci sono Roberta Colores-Martinez, Alexis Hanwerker e Rodolfo Guevara. E ancora Hinda Segal e Hyman Scherman. Complessivamente cinquantun casi nel giro degli ultimi cinque anni. “Pochi”, commenta sbrigativamente il responsabile dei parchi Adrian Benepe sostenendo che l’unico modo per rendere i parchi pubblici al cento per cento sicuri “sarebbe eliminare tutti gli alberi”. In realtà il comune di New York di responsabilità ne ha molta.
Negli ultimi cinque anni, rivela il New York Times, il budget per la manutenzione dei parchi è stato ridotto drasticamente – da 4,7 milioni di dollari a 1,45. Una cifra insufficiente per garantire l’appropriata manutenzione dei 2,5 milioni di alberi in città. Particolarmente a rischio il futuro degli alberi lungo i viali la cui potatura, a differenza di quelli all’interno dei parchi, è prevista ora ogni quindici anni anzichè ogni sette.
La situazione nei parchi pubblici cittadini è un altro lampante esempio delle contraddizioni di New York.
Da una parte è in corso una grande campagna del sindaco Bloomberg per rinverdire a città (si sta per toccare il traguardo prefissato di un milione di nuovi alberi). Dall’altra non ci sono i soldi sufficienti per un’appropriata manutenzione.
Ancora, ancora Central Park se la cava, perchè parallela alla manutenzione del Park Commission ci sono i fondi privati del Central Park Conservancy (con un budget di 40 milioni di dollari). Ma di parchi, parchetti e fazzoletti verdi a New York ce ne sono ben 1700. Forse dopo questi approfonditi reportage del New York Times a qualcuno verrà in mente che il Comune sta spendendo più in cause perse che non se potasse gli alberi come si deve.
Come dice il famoso detto inglese “penny wise, pound foolish”: risparmia poco per spendere molto di più.
“Pensate che in Italia la situazione sia migliore? Ovviamente no!
A causa dei continui tagli delle amministrazioni e delle gare al massimo ribasso, la cura e la manutenzione del Verde si sono ridotte al minimo con un conseguente degrado e diminuzione della sicurezza, un abbandono che soprattutto nei parchi storici, con numerosi alberi mantenuti in forma libera, rischia di compromettere un patrimonio naturale insostituibile.

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