Giuseppe Penone, l’artista che dialoga con tronchi, foglie , radici.
Si apre a Versailles l’11 giugno la mostra con cui Parigi rende onore ad uno dei più estroversi artisti italiani. Il suo stile sembra fondersi con l’oggetto stesso che rappresenta, in una fusione completa che fa svanire il confine tra interno ed esterno.
E’ il primo artista contemporaneo italiano chiamato a esporre le sue opere alla reggia di Versailles, dopo Jeff Koons, Takashi Murakami, Bernar Venet e Joana Vasconcelos. Giuseppe Penone, tra i maggiori esponenti dell’arte povera, ha realizzato per l’immenso parco della reggia una ventina di sculture di alberi in bronzo esposte a partire dall’11 giugno.
L’occasione sono anche le celebrazioni per i 400 anni della nascita di Andre’ Le Notre (1613-1700), architetto e paesaggista del re Sole, che ha contribuito all’ideazione dei giardini del palazzo, tra i piu’ famosi e visitati al mondo. ”Le mie opere, in tutto 22 e per la maggior parte inedite, entreranno in dialogo con gli spazi disegnati da Le Notre”, dice all’ANSA Penone, a margine della presentazione della mostra che si e’ tenuta oggi all’ambasciata d’Italia a Parigi, in presenza dell’ambasciatore Giandomenico Magliano e di Catherine Pegard, presidente della Reggia di Versailles.
”L’idea – prosegue l’artista nato nel 1947 a Garessio, in provincia di Cuneo – era di fare qualcosa legato all’arte contemporanea ma che avesse anche una motivazione con il luogo, il giardino. Per me e’ un’opportunita’ straordinaria”. Le opere monumentali di Penone, dai nomi evocativi, come ‘Le foglie delle radici’, ‘Spazio di luce’, ‘Respirare l’ombra’, ‘Idee di pietra’ – ”titoli che identificano l’opera e le ragioni dell’opera” – saranno disposte in parte lungo l’ ‘Allee royale’, il grande asse centrale che collega il castello al Grand Canal, e in parte nel Bosquet de l’Etoile. Un paio saranno collocate anche all’interno della reggia.
”Le mie sculture in bronzo sono fatte a partire da alberi che sono stati abbattuti perche’ vittime di tempeste o malattie – spiega Penone che in passato aveva scolpito anche il tronco di un cedro dei giardini di Versailles abbattuto in seguito alla tempesta del 25 dicembre del 1999 -. Questi lavori sono riflessioni sulla struttura dell’albero come scultura: l’albero e’ un essere vivente che memorizza il suo vissuto e le sue necessita’ nella sua forma, e’ una scultura esemplare. E’ come se lo scultore riuscisse a memorizzare tutti i gesti della sua vita, e se tutti i gesti della sua vita avessero una necessita’ e un interesse”.
Il materiale di predilezione di Penone e’ il bronzo ”perche’ nella fusione in bronzo si usano degli elementi naturali, e perche’ c’e’ tutta una logica della fusione che sfrutta la forza di gravita’ e che ha qualche analogia con i rami degli alberi. ”Inoltre – prosegue l’artista – il bronzo e’ un materiale che si ossida con la pioggia, il vento, il sole, acquisendo una colorazione che e’ molto simile, quasi mimetica, a quella dell’albero. E poi e’ un materiale che dura nel tempo”. ”Mi interessa il rapporto del mio corpo con le cose che lo circondano – osserva Penone -. Mi sono avvicinato all’albero perche’ aveva una forma che secondo me si avvicinava molto alla scultura. Ma non ho fatto solo questo: c’e’ una parte del mio lavoro su marmo, per scoprire al suo interno la rete di venature che richiamano l’albero ma anche il corpo”.
In particolare il parco di Versailles, conclude l’artista, ”e’ un luogo emblematico, la sintesi tra il pensiero occidentale e il rapporto tra uomo e natura. Realizzato per esaltare il potere di un uomo (Luigi XIV, ndr.), sottolinea di fatto la forza e il potere della natura”. Le opere resteranno in mostra fino al 31 ottobre.

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